venerdì 3 luglio 2009
Buonevacanze
"Le luci si spensero; una massa di fumo s'innalzò: prese la
forma di una montagna dalla cima incandescente vista in lontananza.
Vomitava fiamme verdi e scarlatte, quindi dal suo ventre volò
fuori un drago d'oro rosso, non in grandezza naturale, ma estremamente
verosimile; sputava fuoco dalle possenti mascelle e lanciava
verso il pubblico sguardi infuocati e terribili; ci fu un ruggito; poi
il drago passò sibilando tre volte sulla testa della gente. Tutti si
gettarono a terra e molti batterono la testa. Il drago tornò a passare
su di loro alla velocità di un treno, fece un salto mortale e scoppiò
nel cielo di Lungacque con un boato assordante".
A pagina 55, proprio nel mezzo, dell'edizione Rizzoli (ma non è cambiata in quella Bompiani) del Sognore degli Anelli, Tolkien usa questa parola messa in evidenza: treno. O meglio la usa Frodo! E si perché nella costruzione fantastica del romanzo, è Frodo che riporta per iscritto le cronache degli accadimenti rigurdanti le vicende della fine della Terza Era della Terra di Mezzo.
Questa cosa mi colpì fin dalla prima volta che lessi il libro. Prima ancora di capire che era Frodo a raccontare.
Ne parlai con gli amici anch'essi patiti del genere, i quali mi liquidarono dicendo: "e va be', s'è sbajiato".
Si, non v'è dubbio: Tolkien "s'è sbagliato"!
Ma mi son sempre chiesto che cosa avesse spinto T. a fare questo errore. E la domanda ha preso sempre più consistenza man mano che apprendevo cose nuove della biografia e degli altri suoi scritti.
Rimarrò col dubbio. Anche perché non ho mai trovato nessun'altro che ne parlasse ma ci tengo a farlo notare, ogni tanto, come fosse una curiosità, un aneddoto, un piccolo segreto che ho scoperto che in qualche modo mi avvicina personalmente a T., al suo mondo... Anzi, al suo modo di vedere il mondo!
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