
Leggo di quando in quando,
sovente,
di vite di storie
ché il viaggio,
il mio,
m’è tedio,
di spalle amare
di vento, di tempie
di sangue dolente
scorro e fuggo
da alterne parole
di carta in carta
di vita e rivita
vitale corrobora
al freddo
nei polsi
appeso a un palo
di luce, di treno
caviglie, rotaie
ritorni e partenze
di mondi di sogni
lo zaino
di fogli, di libri
m’è zeppo
marasma
naufragio
io sono
un leggiasco!
Valk 5 novembre ’02