lunedì 16 gennaio 2017

Esercito di lettori in viaggio
In ritardo
In attesa
Parole
E bestemmie
In treno
Come in guerra
Io leggo

Fede?

Sono fermamente convinto.


Credo sia solo la cosa che mi appare più plausibile.


E si. Allora è solo la mia opinione. Un'opinione tra le altre, certo.

Quindi.
Volevo dire che la fede, delle persone, dell'uomo... la Fede, con la maiuscola, tanto per intenderci. Sto parlando della Fede in dio... o in Dio o in Allah... nell'aldilà in genere... in quello che di trascendente credete voi, fate come vi pare.
Non è questione di risposte. La fede non è nelle risposte. Non in quelle che vi dà il vostro libro sacro, il santone o il profeta odierno, il prete, o qualche visione che vi folgora all'occaso.
Più che altro è nelle domande. Mi pare.
Fateci caso. Le risposte arrivano sempre. In qualche modo e da tutte le direzioni possibili.
Le domande invece, a volte ci sembra che non esistano neanche le parole per formularle. E poi, metti il caso ne trovi una, a chi la rivolgi? Da che parte la pronunci? 

Tu la fai. Aspetti. Confronti.

mercoledì 14 dicembre 2016

martedì 5 agosto 2014

Accennai all'aggettivo "panico", non al sostantivo.

Molti fuggirono.
Pochi rimasero a guardare il cielo,
il mondo,
l'universo...

mercoledì 5 giugno 2013

Quando le nonne

Quel che resta del temporale by Mnemomaz®
Le giornate invernali, da bambino, possono essere infinitamente noiose.

Chiusi in casa.

Ad un certo punto, però, nonna diceva qualcosa. Una cosa che aveva anche dell'ovvietà in se. Una cosa che ripeteva tutti gli anni, sentinella attenta del tempo che attraversava la famiglia: "Ah, pare che le giornate hanno ricominciato ad allungarsi".
E da lì tutto, piano piano, cominciava a cambiare.

E allora si usciva a giocare per tutta l'estate.

E così per diversi mesi finché cogliendo l'ennesimo cambiamento avrebbe sentenziato: "eh, ormai le giornate si fanno corte".

lunedì 22 aprile 2013

Quasi

Si riproduceva così, all'interno dei Lager, in scala più piccola ma con caratteristiche amplificate, la struttura gerarchica dello Stato totalitario, in cui tutto il potere viene investito dall'alto, ed in cui un controllo dal basso è quasi impossibile. Ma questo «quasi» è importante: non è mai esistito uno Stato che fosse realmente «totalitario» sotto questo aspetto. Una qualche forma di retroazione, un correttivo all'arbitrio totale, non è mai mancato, neppure nel Terzo Reich né nell'Unione Sovietica di Stalin: nell'uno e nell'altra hanno fatto da freno, in maggiore o minor misura, l'opinione pubblica, la magistratura, la stampa estera, le chiese, il sentimento di umanità e giustizia che dieci o vent'anni dì tirannide non bastano a sradicare. Solo entro il Lager il controllo dal basso era nullo, ed il potere dei piccoli satrapi era assoluto. E' comprensibile come un potere di tale ampiezza attirasse con prepotenza quel tipo umano che di potere è avido: come vi aspirassero anche individui dagli istinti moderati, attratti dai molti vantaggi materiali della carica; e come questi ultimi venissero fatalmente intossicati dal potere di cui disponevano.

[I sommersi e i salvati, Primo Levi]

martedì 8 gennaio 2013

E poi ci sono quelle giornate che indossi un paio di normalissimi boxer e, troppo tardi, ti accorgi che quelli, proprio quella mattina e senza preavviso, avevano deciso di aspirare a diventare irremovibilmente un tanga.
Che terribile giornata!